Addio agli iPhone economici
La recente presentazione dell’iPhone 16e segna un cambio di strategia per Apple, che sembra aver definitivamente abbandonato l’idea di proporre dispositivi realmente economici. Il prezzo di lancio del nuovo modello parte da 729 euro per la versione da 128GB, mentre quella da 512GB raggiunge i 1.109 euro, cifre ben superiori rispetto all’iPhone SE, che nel 2020 venne introdotto a 549 euro. Questo aumento di prezzo non rappresenta solo un adeguamento ai costi di produzione, ma una precisa scelta commerciale che posiziona il 16e non più come un modello entry-level, bensì come una variante leggermente semplificata rispetto agli iPhone di fascia superiore.
Secondo il noto analista Mark Gurman, con questa strategia Apple lascia spazio ai competitor come Samsung, Google e i marchi cinesi, che continueranno a dominare il segmento degli smartphone più accessibili. L’iPhone 16e non è più un’alternativa conveniente, ma piuttosto una proposta intermedia che rende la scelta del consumatore più complessa. Infatti, considerando che il prezzo dell’iPhone 16 standard nei negozi si aggira intorno agli 849 euro, la differenza tra i due modelli si assottiglia ulteriormente, riducendo l’appeal del 16e.

Un iPhone con limitazioni evidenti
Nonostante le somiglianze estetiche con i modelli di fascia alta, l’iPhone 16e presenta diverse limitazioni hardware e funzionali. Tra le principali rinunce spiccano l’assenza della Dynamic Island, una singola fotocamera posteriore priva di obiettivo ultrawide e l’impossibilità di utilizzare il sistema di ricarica MagSafe, sostituito da uno standard più lento da 7.5W. Inoltre, non è presente il pulsante dedicato a Visual Intelligence, funzione che sarà accessibile solo tramite il tasto Azione.
Anche a livello di prestazioni, il nuovo modello mostra qualche compromesso: il chip grafico ha un core in meno, con possibili impatti su gaming e applicazioni pesanti, mentre lo schermo ha una luminosità ridotta, penalizzando la visibilità all’aperto. Il comparto fotografico non supporta la modalità Cinema in 4K Dolby Vision, manca la registrazione video spaziale e non è presente la modalità macro. A compensare queste mancanze, Apple ha introdotto il modem C1, sviluppato internamente, che dovrebbe garantire migliori consumi energetici. Tuttavia, si tratta di una tecnologia ancora meno collaudata rispetto ai modem Qualcomm.
Tutte queste limitazioni risultano ancora più evidenti se si considera che il prezzo dell’iPhone 16e è molto vicino a quello dell’iPhone 16, disponibile presso alcuni rivenditori a cifre più competitive. Ciò rende meno evidente il vantaggio economico del 16e, almeno fino a quando il prezzo non subirà un fisiologico calo. Con uno street price di circa 600 euro, il dispositivo potrebbe diventare più interessante, ma al momento la sua collocazione sul mercato appare incerta.
La scelta del consumatore diventa più difficile
Il divario di prezzo tra l’iPhone 16e e l’iPhone 16 riduce le differenze che un tempo giustificavano l’acquisto di un modello più economico. In passato, chi sceglieva un iPhone SE risparmiava fino a 400 euro, mentre oggi la differenza è di circa 120 euro rispetto a un iPhone 16 standard. Questo cambia completamente le dinamiche di scelta, soprattutto per chi era abituato a considerare l’opzione più economica come un punto d’ingresso nel mondo Apple.
Per gli utenti con iPhone molto datati, il 16e potrebbe comunque rappresentare una scelta sensata, offrendo un’esperienza moderna a un prezzo leggermente inferiore. Tuttavia, chi sta valutando un acquisto a rate o desidera un dispositivo più longevo, potrebbe essere tentato di investire direttamente su un iPhone 16, ottenendo prestazioni migliori e un set di funzionalità più completo. Inoltre, va ricordato che gli iPhone 15 sono ancora disponibili, con prezzi competitivi che partono da 749 euro per la versione da 128GB.
Apple punta ai margini di profitto più che ai volumi di vendita
L’incremento di prezzo dell’iPhone 16e rispetto ai precedenti modelli economici conferma una strategia chiara: Apple non punta più a vendere un alto numero di unità, ma a massimizzare i margini di profitto per ogni dispositivo venduto. Questa decisione arriva in un contesto in cui le vendite globali di iPhone sono calate dell’1% nell’ultimo trimestre, mentre il mercato cinese ha registrato un -11% di fatturato. Per compensare questo declino, Apple sembra aver scelto di spingere i clienti verso modelli più costosi, invece di mantenere una fascia di prezzo più accessibile.
Tuttavia, questa strategia potrebbe rivelarsi rischiosa nei mercati emergenti, dove un iPhone intorno ai 500 euro avrebbe potuto attrarre nuovi utenti nell’ecosistema Apple. In India, America Latina e altre regioni in crescita, uno smartphone più accessibile avrebbe facilitato l’ingresso di nuovi clienti, portando benefici a lungo termine grazie ai servizi come Apple Music, iCloud e AppleCare. In assenza di un modello realmente economico, Apple rischia di perdere quote di mercato a favore della concorrenza, che continua a proporre dispositivi performanti a prezzi più bassi.
Il 16e è solo un esperimento?
La nomenclatura scelta per il nuovo modello suggerisce che Apple potrebbe aver inaugurato una nuova serie di iPhone “e”, con aggiornamenti regolari nel tempo. A differenza del vecchio iPhone SE, che ha mantenuto lo stesso nome per quasi dieci anni, il 16e potrebbe essere solo il primo di una linea che includerà futuri iPhone 17e e 18e. Tuttavia, il suo successo dipenderà molto dalle vendite iniziali.
Se il 16e non dovesse ottenere i risultati sperati, Apple potrebbe rivedere la propria strategia, tornando a concentrarsi esclusivamente sui modelli premium. Nel frattempo, l’azienda è già al lavoro su nuovi progetti, tra cui un iPhone più sottile atteso entro il 2025 e il primo iPhone pieghevole previsto per il 2026. Inoltre, si parla già di una futura generazione di iPhone completamente ridisegnata. Una cosa è certa: per ora, gli iPhone veramente economici appartengono al passato.